CREATIVITÀ CULTURALE= la possibilità di produrre qualcosa di nuovo o di dare un senso diverso a oggetti, comportamenti, abitudini, modelli culturali a disposizione.
L'esempio migliore di creatività è dato dalla festa, in quanto, come rito e gioco, segna una rottura del corso ordinario della vita. Essa ha una dimensione comunitaria, nel quale le differenze tra i partecipanti si riducono e i comportamenti possono deviare da ciò che è ordinario.
Il campo al quale colleghiamo immediatamente l'idea di creatività è l'arte. L'arte rientra nella categoria, chiamata da Clifford Geertz, "vicino all'esperienza": sono concetti che al di fuori della loro cultura vengono "tradotti" in modo diverso.
Le arti possono essere divise in:
- visive (plastiche, grafiche);
- non visive;
"L'espressione estetica" richiede una "percezione estetica". Il senso estetico è in parte un fatto soggettivo e, in parte, un fatto collettivo, in quanto in una stessa cultura esistono più valutazioni estetiche, che mutuano col tempo.
L'espressione estetica è un dato universale, perchè tutte le società produono oggetti o eseguono performance capaci di generare sensazioni di tipo "estetico". Ciò avviene grazie alla condivisione dei modelli estetici.
L'arte è, infatti, un'attività influenzata dal contesto sociale, politico, culturale ed economico in cui viene prodotta.
I canoni estetici sono diversi in ogni cultura e dipendono da molteplici fattori:
- il genere del prodotto;
- i valori e le rapprsentazioni a cui tale perodotto rinvia;
- l'uso che se ne fa;
- il destinatario;
- la motivazione dell'artista.
L'arte africana, intesa come una serie di attività estetiche sviluppate dalle popolazioni a sud del Sahara, è un esempio per la prelidizione che alcune culture possono avere per determinate forme di arte.
In questo caso sono le arti plastiche, in particolare la scultura. Alcune di queste opere sono i bronzi dei regni di Ife e del Benin (XII e XVII secolo).
Certi prodotti dell'arte africana vengono considerati tali grazie a criteri diversi da quelli che segue l'apprezzamento estetico occidentale.
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I Kalabari della Nigeria considerano le sculture come gli oggetti nei quali gli spiriti vengono ad abitare. Una scutltura viene ritenuta "buona" o "cattiva", a seconda che attiri uno spirito o meno.
Un tipico esempio dei prolemi posti dall'interpretazione dell'espressione estetica nelle altre culture è quello delle pitture preistoriche rinvenute nei siti paleolitici di Lascaux e Vallon-Pont-d'Arc (Francia) e di Altamira (Spagna).
Queste raffigurano animali e raramente esseri umani. Non conosciamo però nulla sulle popolazioni che le hanno raffigurate, perciò non si è certi sulla funzione delle pitture, se a scopo rituale o propiziatorio.
Nel corso del XIX secolo i musei antropologici ed etnologici si moltiplicarono in Europa e negli Stati Uniti. Esponevano gli oggetti provenienti dai mondi "primitivi" e "arcaici" del pianeta.
Il "primitivismo" è una corrente che vuole opporre alla frantumazione dell'universo sociale prodotta dalla modernità industriale il recupero di modelli non competitivi e armonici. Il pittore Paul Gauguin (1848-1903) ne fu il massimo esponente.
In seguito si affermarono altre tendenze, come il "Modernismo", che considerava le opere "primitive" il riflesso di intuizioni estetiche originarie, opere senza tempo e dunque prototipi artistici allo stato puro.
Per questa convergenza tra tedenze si parla, nei primi anni del Novecento, di Primitivismo dell'arte, includendo in questa categoria i prodotti dell'"arte tribale" insieme agli artisti contemporanei.
In questi anni gli ogetti acquisiti dai musei e dai privati occidentali sono passati da una "sfera di consumo" a un'altra. Il loro valore economico è determinato dal fatto che questi pezzi vengono considerati "arte" e "artistici".
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