Il brano, tratto dal romanzo pedagogico "Emilio" di Jean-Jacques Rousseau, spiega quale comportamento il maestro dovrebbe addottare, in particolare durante il periodo d'età dell'allievo compreso dai 12 ai 15 anni.
L'insegnante è invitato a tenersi lontano dagli insegnamenti diretti e dal semplice passaggio di nozioni.
I principali concetti descritti sono tre:
1) stimolare la curiosità dell'allievo=
- l'allievo va introdotto in situazioni concrete dalle quali può imparare mediante l'esperienza diretta;
- il linguaggio del maestro si presuppone sia chiaro e semplice;
- il maestro deve presentare gli oggetti all'alievo al momento opportuno e quando vede la curiosità sufficientemente impegnata, gli ponga qualche domanda laconica che lo metta sulla via della soluzione;
- lasciare che l'allievo ci pensi da solo; alcuni giorni di inquietudine lo porteranno ad essere più attento.
2) dare poche idee ma chiare=
- non sostituire mai il segno alla cosa, se non quando è impossibile mostrarla. Il segno assorbe l'attenzione e fa dimenticare la cosa rappresenta;
- l'obbiettivo dell'educazione non è insegnare all'alunno molte cose, ma non lasciar mai entrare nel suo cervello idee confuse (preservarlo dai preguidizi);
- "Anche se non sapesse nulla, poco mi importerebbe, purché non si inganni, e non introduco verità nella sua testa se non per preservarlo dagli errori che imparerebbe al loro posto".
3) far nascere nell'allievo l'amore per la conoscenza=
- durante questa età l'allievo inizierà ad avere meno attenzione;
- non si tratta di insegnare contenuti, ma di far nascere il gusto che glieli faccia amare e i metodi che gli permettano di impararli.
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