SOCIOLOGIA - LE FORME DELLA STRUTTURA SOCIALE

I termini istituzione, gruppi e organizzazioni non sono sinonimi: i gruppi e le organizzazioni sono per definizione aggregazioni di esseri umani. Le istituzioni invece non sono solo un'organizzazione di pubblico interesse.


ISTITUZIONI SOCIALI= sistema di comportamenti che gli individui di una certa società percepiscono come vincolanti perché, attraverso il processo di istituzionalizzazione, si sono irrigiditi in forme stabili di azione e di relazione sociale. In quanto tali, essi formano un impianto di regole di comportamento per i membri della società.


comportamentoprocesso di istituzionalizzazione→  ripetizione, tipizzazione e oggettivazione cristallizzati ruolo


Un'istituzione è qualcosa di più generale e astratto di un'associazione: è un comportamento che si è oggettivato e che è diventato un obbligo per chi vive entro una certa società.

Ha quindi un carattere vincolante: attraverso il processo di istituzionalizzazione, abitudini individuali divengono norme oggettive trasmesse di generazione in generazione come parte costitutiva del ruolo svolto da ciascuno in quanto membro della società.


comportamenti ritenuti validi e vincolanti per chiunque si ritrovi in una data posizione

 

 

Ciascuna istituzione sociale implica un insieme di norme a cui gli individui ritengono di doversi assoggettare. 

In alcuni casi vengono scritte, ma il più delle volte, esistevano già sotto forma di comportamento istituzionalizzato.

 

L'attuazione concreta di un impianto di regole di comportamento presuppone l'esistenza di un apparato in grado di agire per tutelarne il rispetto: un sistema di sanzioni per difenderne la validità nel tempo (dal tribunale al brutto voto a scuola).

Solo raramente si tratta di una costrizione fisica. Nella maggior parte dei casi la condotta individuale si uniforma "spontaneamente" a quella stabilita dall'istituzione.

Un impianto di regole richiede il coordinamento di molteplici individui a formare un gruppo o un'aggregazione.


GRUPPO SOCIALE= insieme di persone che interagiscono in modo strutturato, sentono di appartenere a quel gruppo, sono percepite dagli altri come appartenenti a quel gruppo. (Robert Merton, 1948)


"in modo strutturato" significa che hanno relazioni istituzionalizzate che le rende un aggregato stabile

 

struttura collaborativa + senso di appartenenza

 

Le interazioni al suo interno sono orientate prevalentemente alla collaborazione, le persone hanno un rapporto reciproco reale.

 

QUASI-GRUPPI= le classi sociali sono aggregati basati su legami reali, ma non presentano modelli strutturati d'interazione e di organizzazione e il più delle volte non hanno consapevolezza di sé.


I gruppi sono diversi in base alla dimensione, all'intensità degli affetti coinvolti, alla rigidità della struttura interna e all'esistenza di legami più o meno personali.

Si dividono in:

- gruppo primaro= è costituito da un piccolo numero di persone, prevede ruoli flessibili i membri interagiscono direttamente tra loro e i rapporti coinvolgono personalità ed affettività;

- gruppo secondario= è un vasto aggregato di persone che hanno tra loro rapporti spersonalizzati e sono governati da regole rigidamente strutturate. Ciò che tiene unito il gruppo è un obbiettivo da raggiungere.

La distinzione tra gruppi primari e secondari non è sempre netta e univoca.

 

Ogni gruppo è l'espressione di un certo livello di istituzionalizzazione, cioè il comportamento spontaneo é soppiantato in misura maggiore o minore da quello normativamente vincolante.

Il processo di istituzionalizzazione tocca i suoi vertici quando un gruppo ricorre a un'organizzazione rigida ed efficiente per raggiungere lo scopo che si è prefissato.

Ciò avviene nei gruppi secondari: se l'organizzazione viene meno il gruppo si scioglie.

 

 

ORGANIZZAZIONI= gruppi secondari cha da più vicino si conformano al modello di istituzionalizzazione dei comportamenti e standardizzazione dei ruoli, perché la struttura organizzativa efficiente e capillare è la loro caratteristica dominante.

 

 

Le loro caratteristiche peculiari sono:

- un fine collettivo;

- una rigorosa divisione dei compiti;

- una formale attribuzioni dei ruoli.

 

L'insieme di questi caratteri costituisce la razionalità dell'organizzazione.

La razionalità è la qualità distintiva delle organizzazioni sociali: la spersonalizzazione dei comportamenti, guidati dalla riflessione razionale, assicurano la coordinazione e il coordinamento dei suoi membri nel raggiungimento dello scopo.

Un atteggiamento di questo genere è, secondo la terminologia introdotta da Max Weber, razionale rispetto allo scopo.

Nelle situazioni di gruppo acquisiscono sempre maggior peso le forme di aggregazione impersonali e burocratiche.


La diffusione delle organizzazioni è un aspetto tipico del mondo industrializzato.

Nella società industriale tutta la vita si svolge nel contesto di organizzazioni.


Un organismo può essere di tipo burocratico e basarsi sui principi di razionalità organizzativa.

BUROCRAZIA= modello o insieme dei principi organizzativi su cui le organizzazioni sociali si basano.

Le caratteristiche di un'organizzazione di tipo burocratico sono:

- una divisione stabile dei compiti;

- un sistema razionale di competenze tecniche (capacità di assolvere ruoli specifici);

- una precisa struttura gerarchica;

- la presenza di aree di giurisdizione prestabilite (non oltrepassare i limiti della propria posizione);

- un personale impiegato professionalmente e appositamente stipendiato; 

- un'etica dell'"obbiettività" (trattare ogni caso secondo le norme procedurali fissate).


L'organizzazione di tipo burocratico ha il pregio di potersi applicare con buoni risultati in praticamente qualunque settore.

Max Weber fu il primo a comprenderne l'importanza per la società industriale. Anche se non è esclusiva di essa ed esistono altri modelli organizzativi (come nei kibbutz israeliani e i self-help).

La nostra è quindi una società burocratica.


Affinché risulti davvero funzionale occorre che siano rispettate alcune condizioni:

- i vari gradi di responsabilità;

- specializzazione in precise mansioni da parte del burocrate;

- ordine, rapidità ed economicità.

I comportamenti sono in questo modo prevedibili e calcolabili, perché spersonalizzati.


Esistono però anche molte sue disfunzioni:

- la sclerotizzazione (l'apparato burocratico continua a svolgere certe mansioni anche quando queste non servono più a risolvere i problemi reali);

- la tendenza ad espandersi inutilmente e a perpetuare se stessa (la sua estinzione significherebbe la perdita del lavoro per tutti i suoi membri);



All'estremo opposto delle organizzazioni burocratiche formali ci sono i movimenti sociali.

L'esempio più classico di movimento è quello politico, che riesce ad affermarsi nella competizione grazie alla mobilitazione che sono in grado di produrre intorno a forti esigenze di cambiamento.

 

Sono quindi gruppi sociali sorti con uno scopo politico da raggiungere e che per realizzarlo hanno operato in maniera fluida, senza l'organizzazione statica propria del partito politico.

Le caratteristiche tipiche sono:

- essere un aggregato sociale;

- formarsi per produrre il cambiamento in certi aspetti della società;

- rimanere estraneo alla sfera dei rapporti sociali istituzionalizzati.


Un movimento nasce da una situazione di critica verso l'ordine sociale esistente, è spontaneo e si caratterizza anche come liberazione.

Esistono alcune fasi evolutive che si presentano con una certa frequenza, come sviluppo tipico di un movimento:

- fermento sociale;

- fase di eccitazione popolare spontanea;

- forma approssimativa di organizzazione (guidata da un leader);


Nel momento in cui un movimento si organizza inizia una graduale istituzionalizzazione.

Un movimento riuscito si trasforma in un elemento permanente dell'ordine sociale, cioè un'istituzione.


Oggi vengono definite più "avanzate" le società in cui si cerca di porre un limite dello schema organizzativo burocratico e di escogitarne forme alternative.

Il compito della sociologia contemporanea è capire come ridurre gli effetti negativi della burocratizzazione, senza rinunciare a quelli positivi della razionalizzazione.

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